Daniela Capaccioli è una scultrice che utilizza e lavora magistralmente le reti metalliche Cavatorta per creare le sue opere. Da anni seguiamo il suo affascinante percorso artistico, qui ti raccontiamo i suoi ultimi progetti in Francia.
“Donner Corps”, la mostra sui corpi e sul dare forma
“Donner Corps” questo il nome dell’esposizione di Daniela Capaccioli, tenutasi dal 6 aprile al 26 maggio 2024, presso la suggestiva Domaine de l’Ocrerie, associazione creata da Cathy Wagner e Gilles Laburthe, a Pourraine in Borgogna. Uno spazio creato per supportare gli artisti emergenti ricavato da un’antica ocreria, con uno splendido e suggestivo giardino e un luxury bed & breakfast. Ogni anno Domaine de l’Ocrerie ospita tre grandi mostre dedicate ad uno specifico tema. Per il 2024 l’argomento chiave è il corpo e Daniela Capaccioli è stata una delle artiste selezionate.
L’esposizione “Donner Corps” si inserisce in questo particolare contesto, con la tematica del “dare forma” a delle cose che sono invisibili. Le statue di Capaccioli, interamente realizzate in rete metallica Cavatorta, si inseriscono nel contesto naturale del giardino all’interno del quale dialogano armoniosamente creando un’atmosfera surreale e fiabesca.
Tra le sue creazioni mitologiche l’artista ha scelto quelle femminili per sottolineare il concetto di dare forma come procreazione e passaggio dall’invisibile al visibile. Le Ninfee, l’Arpia e le Donne Radici prendono il loro posto in modo discreto nella natura mostrandosi nel contesto in posizioni di contemplazione e connessione con l’ambiente.
Capaccioli ha utilizzato anche le sale interne dell’Ocrerie installando due figure che non si vedono spesso nelle sue mostre: la donna incinta e il feto. La donna incinta è stata realizzata a partire da un calco del corpo dell’artista, una tecnica usata per la prima volta da Capaccioli, e posizionata in una delle due grandi sale interne. Nell’altra sala, invece, è stato installato il feto con il suo cordone ombelicale, in sintonia e connessione invisibile con la madre. La parte interna della location, proprio come un ventre materno, è stata il fulcro dell’esposizione, interpretata come luogo del “dare corpo” rappresentato dalla nascita del bambino.
I temi del “dare forma” come procreazione del bambino e “dare forma” all’invisibile rappresentato dalle figure fantastiche e mitologiche, si intrecciano attraverso un dialogo tra il dentro e il fuori della location, in una danza tra il materico e il surreale.
Una mostra dedicata alla trasformazione nel giardino della residenza di Latour-Marliac
Il 1° luglio è stata inaugurata anche la mostra “Les gardiens des Nympheas” presso la casa del botanico Latour-Marliac nella piccola città templare Temple-sur-Lot in Aquitania. Latour-Marliac è passato alla storia per essere stato il primo a donare il colore alle ninfee attraverso segreti processi di ibridazione, ispirando, tra gli altri, Claude Monet.
La residenza di Latour-Marliac è stata acquisita nel 2017 dall’architetto paesaggista Thierry Huau che l’ha inserita nell’ambito di un progetto più ampio per promuovere il territorio e le bellezze naturalistiche di Le Temple-sur-Lot attraverso la creazione dell’associazione “Berceau des Nymphéas”. La residenza insieme ad altre strutture e territori annessi, per un’area complessiva di oltre 6mila metri quadri, sarà oggetto di un progetto di riqualifica che terminerà nel 2026. Una volta terminati i lavori, questi luoghi ospiteranno un Festival nazionale dedicato ai giardini.
Il 1° luglio 2024 Thierry Huau ha riaperto al pubblico la casa di Latour-Marliac arricchita da una “cabinet de curiosités” che testimonierà il ruolo fondamentale degli ibridatori francesi durante il XIX secolo nel settore artistico e botanico. Inoltre, all’esterno sarà annessa una serra sperimentale e un bellissimo boschetto di bambù in omaggio a Latour-Marliac che è stato il primo ad importare e introdurre il bambù in Francia.
In questo grande progetto Thierry Huau ha voluto lasciare inalterati i segni del tempo sia negli spazi interni della residenza che all’esterno valorizzando la natura circostante. Ed è proprio nel meraviglioso giardino di tremila metri quadri che sono state installate le figure create da Daniela Capaccioli con la rete metallica Cavatorta.
Le figure scelte sono tutte un ibrido tra animale/umano e fauna/flora: fanno parte dell’esposizione la Donna Radici, l’Uomo Uccello, il Bambino Uccello. Molto suggestivo l’albero caduto che fa da scenografia naturale alle figure Uomo Uccello che si inseriscono armoniosamente nel contesto. L’idea di Capaccioli è stata quella di interpretare con queste statue ibride il significato della trasformazione per sottolineare il divenire del luogo. La residenza e il suo parco, infatti, attraverso un lungo percorso trasformativo, diventeranno il volto contemporaneo di un’illustre storia botanica. E grazie all’impalpabilità delle sue sculture, Capaccioli ha voluto rispettare l’anima del luogo senza invaderla, attraverso una bellezza intima e discreta che accarezza dolcemente il suo vissuto.