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La Boîte de Pandore: la nuova opera di Daniela Capaccioli e Nicolas Amar

In occasione della Notte Bianca 2023 di Parigi Daniela Capaccioli ha esposto la sua ultima opera Boîte de Pandore, una scultura monumentale interamente realizzata in rete metallica Cavatorta, in collaborazione con l’artista Nicolas Amar.

Lo spazio d’installazione

Il luogo dell’esposizione è le Socle de Paris. Un grandioso piedistallo situato all’incrocio tra due vie storiche della Ville Lumière: rue Saint-Martin e rue Cloître-Saint-Merri. Più nello specifico Le Socle fa parte di un progetto finanziato dal comune parigino finalizzato a creare nuovi spazi urbani destinati ad installazioni temporanee d’arte contemporanea.

L’ispirazione

E per Capaccioli è stato proprio le Socle la fonte di ispirazione della sua nuova opera: osservandolo ha pensato di trasformarlo in una gigantesca scatola dal contenuto sorprendente. Complici il suo background artistico e la sua profonda conoscenza della mitologia classica, discutendo con l’artista Nicolas Amar, è nata l’idea di realizzare un moderno Vaso di Pandora. Fonti d’ispirazione sono state le opere di Bruegel, Bosch, Odilon Redon e del fumettista italiano Lorenzo Mattotti.

Il mito di Pandora

Protagonista dell’opera Boîte de Pandoreè la curiosità, quel desiderio irresistibile di scoperta che ha portato Pandora ad aprire il vaso donatole da Zeus.

Secondo la mitologia greca Zeus si servì di Pandora per scagliare la sua vendetta su Prometeo, reo di avergli rubato il fuoco. Zeus offrì Pandora ad Epimeteo, fratello di Prometeo. Prima delle nozze Zeus donò a Pandora un vaso misterioso ma le proibì di aprirlo. Quel vaso conteneva i mali del mondo e Pandora, nonostante il divieto, lo aprì scagliando sull’umanità tutte le sciagure in esso contenute.

Secondo il mito, da allora, il mondo fu investito da vecchiaia, malattie, guerra, carestia, povertà, follia, inganno, passione, orgoglio e speranza. Subito dopo averlo aperto, Pandora cercò di richiudere invano il vaso: al suo interno rimase solo la speranza, più lenta a reagire rispetto a tutti gli altri.

L’installazione

Come nel mito, la scatola si apre grazie alla curiosità. Stavolta non di Pandora ma degli spettatori. Grazie ad un meccanismo dedicato, infatti, le persone possono “animare” i soggetti dell’opera. In questo modo le figure della scultura prendono vita con movimenti a spirale e gli spettatori possono ammirarle da angolazioni diverse.

La composizione è costituita da figure mostruose, elementi naturali e animali che apparentemente non hanno alcuna relazione tra di loro. Tra i soggetti si possono vedere un uomo che grida, un serpente alato, un’arpia, un ragno, una donna anziana con radici al posto delle gambe che la legano ad un bambino racchiuso all’interno di un seme, al centro della scultura.

L’opera non rappresenta in modo didascalico i mali contenuti all’interno del vaso di Pandora, ma piuttosto evoca in modo simbolico le paure che albergano nell’animo umano, legate al concetto stesso di male. In effetti lo spettatore, guardando l’opera, proietta su di essa la propria visione della paura, del male e delle inquietudini personali.

Ad esempio, per l’artista, l’uomo che grida rappresenta il conflitto, la rabbia, la collera. L’arpia rappresenta la cattiveria e la tentazione e l’uomo che rimane incatenato ad essa chi ne rimane succube. Il serpente alato è simbolo di paura, infine, il ragno simboleggia le fobie. Per questo specifico elemento Capaccioli si è ispirata agli enormi aracnidi della scultrice parigina Louise Bourgeois simboli di casa e protezione, ma al contempo di trappola. La tela del ragno, infatti, rappresenta sia un mezzo per proteggere i propri piccoli, sia uno strumento per intrappolare le prede. Ed infine la donna anziana, simbolo di speranza, è legata alla rinascita e quindi affonda le sue radici nel bambino protetto all’interno di un seme.

La collaborazione con Nicolas Amar

Nicolas Amar è un artista visivo con esperienza nel campo della scenografia teatrale e nella costruzione di parti meccaniche in movimento. Per Boîte de Pandore si è occupato della realizzazione del meccanismo di movimento e degli scheletri metallici che sorreggono le tre figure principali dell’opera. Anche Amar lavora abitualmente il metallo e per la struttura portante dell’opera ha creato delle spirali metalliche utilizzando una rete Cavatorta a maglia quadrata dall’eccellente resistenza meccanica, ideale per sorreggere volumi importanti. Daniela Capaccioli, invece, si è occupata della realizzazione di tutte le figure che compongono l’installazione. Per farlo ha utilizzato una rete Cavatorta a maglia esagonale perché in grado di conferire maggiore definizione alle forme.

Boîte de Pandore è nata da un dialogo profondo e da una particolare sintonia di intenti tra i due artisti. E questa esperienza ha lasciato un segno indelebile nella carriera di Capaccioli, come si evince dalle sue parole:

“Per me è la prima volta che collaboro con una persona e questo mi ha aiutata a sviluppare un nuovo modo di lavorare basato sulla sinergia di diverse abilità. Lavorare con Nicolas Amar mi ha consentito di tirare fuori una parte di me che non conoscevo e nuove prospettive di installazioni.”

L’opera e la Notte Bianca

L’intera opera è stata realizzata in rete metallica Cavatorta di colore bianco. La rete metallica è uno dei materiali elettivi utilizzati da Capaccioli perché riesce a definire i contorni dei suoi soggetti donando loro anche estrema leggerezza. Ed il colore bianco illuminato dalle luci purpuree posizionate alla base dell’opera conferisce un’atmosfera spettrale a tutta l’installazione.

L’opera di Capaccioli e Amar è stata inaugurata lo scorso 3 giugno in occasione della Notte Bianca di Parigi. Un evento dedicato all’arte contemporanea durante il quale vengono organizzate performance live ed esposte opere nelle zone più suggestive della città. Durante la serata di inaugurazione davanti a Boîte de Pandore è stata organizzata “Connexion Céleste”, una performance coreografica in costume composta da sette momenti di gioia finalizzati a contrastare i mali del mondo rappresentati dall’opera.

Boîte de Pandore è rimasta esposta fino alla fine di settembre 2023 e a conclusione di questa esperienza è stata celebrata con uno spettacolo di danza giapponese buto.

Ancora una volta siamo davvero felici di vedere le nostre reti metalliche al servizio dell’arte e stupiti di fronte a tanta bellezza.

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