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Monumento la nuova opera di Edoardo Tresoldi

Procuratie Vecchie, prestigioso edificio situato in Piazza San Marco a Venezia, ha riaperto l’8 aprile 2022 per la prima volta dopo 500 anni grazie ad un significativo restauro di cinque anni curato dallo studio David Chipperfield Architects Milan e promosso da Generali.

Gli spazi rinnovati accoglieranno la sede della fondazione The Human Safety Net, ONG che sostiene persone e famiglie vulnerabili consentendo loro di costruirsi un futuro sicuro.

Ed è proprio in questo contesto che Edoardo Tresoldi ha inaugurato la sua nuova opera Monumento, progettata e costruita proprio nel vano centrale dello scalone interno di Procuratie Vecchie. L’opera, progettata in collaborazione con Carlotta Franco per lo sviluppo del concept e con il supporto progettuale di GICO Studio, rappresenta una maestosa colonna in stile classico alta 15,50 metri che svetta lungo i piani dell’edificio mettendoli in connessione tra di loro. Date le sue dimensioni e il luogo di installazione, è impossibile vederla nella sua interezza: per ammirarla si è costretti a cambiare prospettiva, alzare lo sguardo e salire un gradino alla volta fino in cima per poterla visionare passo dopo passo, una porzione alla volta.  

Nella sua maestosità, Monumento acquista leggerezza grazie all’uso della rete metallica, materiale elettivo di Tresoldi. La “materia assente” in grado di dare vita ad opere visionarie in contesti suggestivi come la Basilica di Siponto in Puglia, Opera sul lungomare di Reggio Calabria, Gharfa in Arabia Saudita. E proprio grazie alla sua imponenza, Monumento fa riflettere sulla fragilità e sulla vulnerabilità della società contemporanea utilizzando un linguaggio artistico potente ed espressivo, come indicato dalle parole di Tresoldi:

“L’architettura monumentale è un canto che tralascia la funzione per ritualizzare un pensiero attraverso un atto plastico. La storia dei popoli è un flusso ereditario di figure retoriche che ciclicamente si ripropongono; ridefiniscono i propri significati e stabiliscono simbolismi che non solo abbiamo imparato a leggere ma che, generazione dopo generazione, abbiamo assorbito come una sorta di linguaggio latente dell’inconscio collettivo. Così, spogliando un monumento del proprio simbolismo, ciò che resta è un canto lirico virtuoso e malinconico, distaccato e solenne, eppure in cerca di contatto perché nasce per esprimersi, per essere prima manufatto e gesto e poi concetto e presenza. Con Monumento utilizzo il linguaggio retorico della colonna monumentale come riflessione sul nostro tempo e sulla retorica dei valori a cui ambisce la nostra società; una società che ribadisce la necessità di ridefinire il concetto di forza, di rileggere il ruolo della fragilità̀ e che propone l’ascolto e il dialogo al centro delle relazioni interculturali”.

Ancora una volta siamo molto orgogliosi che Edoardo Tresoldi abbia scelto la rete metallica Cavatorta per realizzare un nuovo capolavoro visionario ed evocativo, in connessione con un luogo unico e prestigioso come le Procuratie Vecchie.

Foto © Roberto Conte

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